CRISTINA PICCIN

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BISOGNI e quarantena

Tutti voi conoscerete, o avrete sentito parlare della piramide di Maslow. Oggi vorrei
parlarne in un modo un po’ più pratico, soprattutto in questo momento di insicurezza,

domande ed emozioni per alcuni nuove e per altri ingestibili.
Perché vi parlo oggi di « bisogni »? Innanzitutto perché dietro ad ogni emozione, che
sia positiva o negativa, o meglio piacevole o spiacevole, si nasconde timido e
riservato questo piccolo messaggio della nostra mente, del nostro corpo, del nostro
cuore… il bisogno.

Abraham Maslow, chi ERA?

Dalla lontana America, questo psicologo umanista, nato a New York nel 1908, ci
regalò questa piramide esplicativa dei bisogni primari dell’essere umano, e quindi
da cosa è spinto e quali azioni lo motivano, dall’inizio dei tempi quando imparammo a
camminare su due gambe con qualche pelo di troppo, a cacciare, a coltivare, ad
allevare, a lavorare, a riflettere ed inventare, a fare e scoprire, a dire e ricercare, a
parlare e cantare, ad amare e odiare, a condividere o a isolarsi, e via dicendo (o
meglio via compiendo).
Non è un caso infatti che il signor Maslow, nella sua gioventù curiosa affiancò il
dottor Harry Harlow, specialista dei comportamenti e delle esperienze sulle scimmie.
Presto Abraham si fece un’idea rapida delle cose che ci accumunano con gli animali
e che soprattutto ci differenziano… così nacque (a molto grandi linee) la sua
piramide.

E per quanto nella lettura del titolo alcuni di voi possano aver avuto un istante di
fantasia… i bisogni dell’uomo sono ben altri che i semplici stereotipi da bar che
conosciamo, ma troviamo una ripida piramide che dà vita a mio avviso ad un
intreccio, fatto all’ucinetto per ogni donna ed ogni uomo e per ogni fase unica della
sua vita. Sì, perché ogni periodo ha delle soddisfazioni dei bisogni e una bilancia tra
ognuno di loro che varia durante gli anni, incontro dopo incontro, relazione dopo
relazione, sogno dopo sogno, lavoro dopo lavoro, delusione dopo delusione,
emozione dopo emozione.

Quali sono questi bisogni secondo mr Abraham?

  1. Bisogni vitali (o fisiologici)
  2. Bisogni di sicurezza (o di protezione)
  3. Bisogni d’amore (o di appartenenza)
  4. Bisogni di autostima
  5. Bisogni di autorealizzazione

E per coloro che alla riga 5 erano già annoiati, vi dico subito perché vi racconto di
tutta questa teoria proprio oggi. Semplicemente nel momento in cui ci ritroviamo
limitati, rinchiusi in casa, con la paura di toccare le altre persone, paura della loro
prossimità, con la nostra routine che va sfumando con le ore, le nostre abitudini che
svaniscono nel silenzio della solitudine per certi e della noia ripetitiva per altri, con
la nostra libertà consumistica che diventa convivenza interiore e riflessiva, con
l’ansia provocata dalle notizie di morte e malattia, con un nemico invisibile ed
impalpabile che se va a zonzo… alcuni dei nostri bisogni si ritrovano in pericolo, ma
rassicuratevi ci sono modi e modi per soddisfarli (e sicuramente l’istinto di alcuni di
voi già vi hanno messo in azione).

Bisogni fisiologici

Credo non ci sià bisogno di soffermarsi a lungo su questo primo punto : sapete tutti
quanto sia importante respirare, bere, mangiare, dormire, un po’ di « energica
promiscua dolcezza »per rimanere in salute. Come potete immaginare alcuni di questi
bisogni di base, aggrediti dalla realtà odierna possono ritrovarsi alterati e fornirci
quindi delle emozioni spiacevoli e le emozioni a lungo andare diventano sentimenti e
lungo lungo andare tratti di personalità (il famoso Burn out o sovrallenamento per lo
sportivo).

Prima cosa: individuateli. Quali?

In questa crisi sanitaria il miglior modo per proteggerci e proteggersi, dopo la
quarantena, è rafforzare le difese immunitarie: i diversi studi dimostrano che le
ore di sonno, la qualità del cibo e dei micronutrienti siano fondamentali (eh no, non
solo la vitamina C!), una buona idratazione (senza sport : 2L come minimo al giorno!
e no non conta la birretta e l’amaro con gli amici), respirare profondamente per 15
minuti al giorno e per chi ha la possiblità di essere in compagnia in isolamento con
la propria anima gemella…

Per quanto riguarda la respirazione è importante tornare alle origini, quando
eravamo ancora nella culla e respiravamo con la pancia. Con la pancia?! Sotto ai
polmoni abbiamo un muscolo, di nome « diaframma », che ad ogni inspirazione scende
creando spazio nella cassa toracica ed all’espirazione preme sui polmoni
permettendo all’aria carica in anidride carbonica di uscire. E’ importante focalizzarsi
per qualche minuto su questo movimento cercando di gonfiare la pancia
all’inspirazione (e cercando di non gonfiare la cassa toracica) per poi gonfiare in
un secondo tempo la cassa toracica pienamente e poi espirare. In tale modo il

ciclo della respirazione è più lento, profondo e lungo (in media il tempo inspirazione-
espirazione può essere di 6 – 10 secondi, in base alla vostra capacità polmonare.

Tranquilli è questione di allenamento ! Più lo fate più diventerete bravi) e quindi una
più grande quantita di ossigeno entra in circolo nel corpo (sistema repiratorio –
sanguigno – muscolare – cerebrale – intestinale ecc.)
Per i più « empirici » diversi studi in neuroscienze, fisiologia e psicologia hanno provato
la diminuzione del tasso del cortisolo nel sangue (l’ormone dello stress) grazie ad
una respirazione profonda (preferibilmente diaframmatica).

Bene a quanto pare sono incapace di non soffermarmi…

Bisogni di sicurezza (o di protezione)

E qui arriva il problema che questi avvenimenti recenti ci pongono così bruscalmente:
la sensazione di sicurezza e di protezione. Non possiamo nascondere che questo
nuovo nemico invisibile, all’anagrafe sanitaria Covid-19, provoca in noi un senso di
impotenza, di pericolo costante e di perdita di punti di riferimento. Non parlo
solamente di sicurezza sanitaria, ma anche di sicurezza economica conseguente.
Ma come succede questo? Perché la situazione di emergenza di oggi ha queste
caratteristiche « stressanti »:

  1. perché è incontrollabile
  2. perché è imprevedibile
  3. perché è nuovo
  4. perché aggredisce il nostro ego (personalità) : questo succede quando proviamo
    emozioni (quindi anche la paura)

Pertanto, per mantenere la piramide in equilibrio, in questi momenti è primordiale
riuscire, o perlomeno cercare di soddisfare questo piano della struttura. Cercate
quindi di individuare quali di questi bisogni non sono soddisfatti e trovate delle
soluzioni adatte al vostro caso.

Ad esempio, instaurate delle routine che vi diano davvero sicurezza (quando uscite
ad esempio) che siano chiare e conprovate e seguitele alla lettera, occupate le vostre
giornate con attività di crescita e che vi permettano di rendere sicuro il vostro futuro
(lavorativo, familiare, ecc.), insomma create della « protezione home-made ».
Un piccolo aiuto di preparazione mentale: visualizzate positivamente il futuro, nel
miglior modo che riusciate e che desideriate, chiudete gli occhi prendetevi 10
minuti di tempo per immedesimarvi in un ambiente sicuro e piacevole a vostra
scelta. Questo dopo aver fatto qualche respirazione profonda, accentuando il
momento dell’espirazione.

Bisogni di appartenenza

Ogni individuo ha la necessità naturale di sentirsi accettato e di far parte di qualcosa,
e per i solitari ribelli, ho una notizia scomoda da leggere, ma sì vale anche per voi.
Certo non siamo fatti per chiunque.
In questo momento di solitudine e di distanza questo bisogno è aggredito allo stesso
modo dello scalino precedente. Tuttavia le soluzioni (anche se purtroppo senza
soddisfare il contatto fisico) sono a disponibilità di tutti. Pertanto leader, come
allenatori, manager, dirigenti, ma anche familiari, amici, ecc. questo è il momento per
diventare « tecnologici » o semplicemente « telefonici » e creare dei punti di ritrovo, come
una specie di bar virtuale o di palestra virtuale in cui ogni individuo può continuare ad
esprimersi ed a sentirsi parte di un gruppo, di una famiglia, di una squadra. Il bisogno
di appartenenza ci permette di sentirci accettati con i nostri pregi e difetti, tali come
siamo con le nostre differenze e similitudini con gli altri.
L’isolamento fisico, non è l’isolamento del cuore e delle menti. A voi le capacità
organizzative e creative! Scrivete, chiamate, regalate, scherzate.

Curiosità: solamente quando i bisogni fisiologici, di sicurezza e di
appartenenza sono soddisfatti che si possono davvero svilluppare gli ultimi
due piani, ovvero la punta della piramide ed assicurarli sul lungo termine, con
(guarda un po') STABILITA'.

Bisogni di autostima

Ovvero il sentimento di servire a qualcosa, di essere utile ed essere considerato. Sì
anche per voi sicuroni e contro-corrente.
E qui arriva un’altra problematica, soprattutto per gli atleti che oggi si ritrovano un po’
immobilizzati, un po’ limitati. Il profilo dell’atleta è generalmente molto incentrato
sull’azione e la riflessione rivolta al proprio ego, pertanto questo scalino della
piramide si ritrova in una situazione di squlibrio ancor più accentuato.

Il bisogno di autostima è strettamente legato alla forza, al merito, al successo, alla
padronanza delle competenze, alla sicurezza in sé stessi di fronte agli altri,
all’indipendenza ed alla libertà. Leggendo queste parole avrete capito velocemente
la ragione di una minore soddisfazione del bisogno di autostima che può essere
causato dalla situazione di crisi sanitaria, economica e sociale che stiamo vivendo.

Pertanto è importantissimo, soprattutto per gli sportivi tanto abituati ad esprimere la
propria forza, merito, successo padronanza, sicurezza indipendenza e libertà,
cercare e trovare dei modi per poter continuare ad esprimere tali
caratteristiche.

• mantenete gli obiettivi a breve, medio e lungo termine: allenatevi
fisicamente e mentalmente (preparazione fisica, preparazione tattica e tecnica
visualizzando i movimenti come se state effettuando le tecniche realmente;
preparazione mentale con esercizi per sviluppare la vostra concentrazione e la
focalizzazione dell’attenzione, la vostra capacità di attivarvi e di rilassarvi)
• connettetevi con voi stessi (per almeno 15-20 minuti al giorno):
meditazione, visualizzazione positiva, tecniche di rilassamento, …
• pianificate il dopo quarantena: spesso ci ritroviamo a corto di tempo per
poter effettuare la prima parte di un progetto: l’organizzazione e la riflessione, che
vengono prima dell’azione. La grande quantità di tempo che oggi abbiamo è
davvero propensa alla pianificazione e alla programmazione di progetti che nella vita
frenetica di atleta, di manager, di professionista lasciamo indietro per timore di non
essere ottimali

Bisogni di autorealizzazione:

Forse abbiamo perso i pigri che si annoiavano alla riga 5, ma se siete arrivati fino a
qui né sono contenta, siete arrivati in cima… alla piramide dello zio Maslow.
Solamente una volta soddisfati i bisogni di autostima, siamo pronti a realizzare le
imprese che vogliamo nel miglior modo : imparare sempre più cose, sviluppare i
propri valori, essere creativi ed avere una vita interiore.

Creatività, questa parola che profuma di innovazione. In questo momento di
quarantena una delle migliori strategie è scoprirsi creativi: chi scrive, chi legge, chi
impara uno strumento, chi canta, chi ascolta musica, chi crea un programma, chi
dipinge, chi si forma ed impara, chi inizia a curare il giardino, chi crea qualcosa, chi
gioca… chi scopre.

Infatti a questo stadio distinguiamo 2 categorie :

• i bisogni di comprensione cognitiva (novità, esplorazione, conoscenza)
• i bisogni estetici (musica, arte, bellezza, ordine)
A voi ora di ricercare e soddisfarli nei miglior modo che vi motivi e che vi ispiri.

Cristina P.
preparatrice mentale e judoka

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